venerdì 31 ottobre 2014

A Lucca è ancora macchia rossa

Alla partenza per la maratona di Lucca si fa strada l'ipotesi di abbandonare per una volta la tradizionale canotta rossa e di indossare tutti quella gialla, compagna dei nostri allenamenti domenicali. Siamo in cinque (io, Amedeo, Ferdinando, Marco e Paolo) e l'idea di formare una macchiolina gialla non ci dispiace... Però neppure ce la sentiamo fino in fondo di abbandonare la tenuta rossa che ormai ci contraddistingue, né il sottoscritto, chiamato in qualità di vice-presidente a prendere una decisione risolutiva, pur propendendo per mantenere il rosso, se la sente di bocciare l'idea della macchia gialla. E' così che ci affidiamo alla sorte... A questo punto nessun dubbio: a Lucca sarà ancora MACCHIA ROSSA!


Alla cena pre-gara, come di consueto, non mancano i confronti su cosa mangiare o non mangiare, frammisti ai pronostici, ai piani e ai dubbi su come condurre la gara la mattina successiva.
Alla maratona ci arrivi dopo tre mesi di preparazione specifica, una preparazione che comporta tanti sacrifici, e la paura di sbagliare qualcosa proprio il giorno della gara non manca mai. Il rischio più grande è quello di sbagliare l'andatura: un errore che può portarti a non finire la gara o, più raramente, a non cogliere un risultato migliore. Amedeo è quello tra noi che ha i dubbi maggiori, fiducioso di poter puntare alle 3h30, ma con la giusta preoccupazione di non dover esagerare.



Amedeo e Marco fanno la gara insieme e riescono entrambi a gestirla in maniera esemplare: due mezze uguali, o addirittura in lievissimo crescendo, e un tempo finale di 3h29 e spiccioli! Amedeo all'arrivo è raggiante per aver migliorato di circa 20 minuti il proprio personale, dopo 3 mesi di attenta e costante preparazione.


Paolo e Ferdinando corrono anch'essi coppia. Loro perdono molto nella seconda metà (Paolo in maniera un po' più catastrofica...), ma l'importante e vederli arrivare entrambi al traguardo! Tre settimane prima non volevano proprio partire, ma aver portato a termine una maratona, anche se soffrendo, lascia comunque un bel ricordo. E il pensiero “non la farò mai più” si dissolve comunque rapidamente.

 


La mia esperienza in questa Maratona di Lucca mi ha portato ancora una volta a riflettere su come la maratona sia veramente una gara a sé e di qui il suo fascino. Come fare 42 km più velocemente possibile con poco carburante a disposizione? Un sfida quasi matematica col proprio metabolismo...
Giunto alla nona maratona, sono quantomai convinto che il fieno in cascina (il vantaggio accumulato rispetto al tempo finale per cui ci si è preparati) serva solo ad alimentare l'incendio se arriva la crisi! E' così che mi tengo rispettosamente dietro ai palloncini dei pacemakers delle tre ore. Per la verità sono proprio attaccato: correre 20 metri più indietro sarebbe più comodo, ma mi rendo anche conto, usciti in campagna, che il vento dà un po' fastidio, per cui decido di rimanere stretto nel gruppetto di una ventina di persone che li accompagnano.
Dopo il primo giro delle mura di 4,2 Km (un viale alberato le percorre tutte nella parte superiore) e l'attraversamento del centro, al 6° Km si esce nella campagna toscana, per tornare in città al 37° km, dove un ultimo giro della mura prelude al traguardo.

Con i pacemakers passiamo alla mezza in 1h29'00''. Al 30° km sto ancora bene e decido di allungare leggermente per provare ad attaccare le 2h57'41'' di Roma nel marzo del 2013 ...ma quella era un'altra storia! Stavolta sento che i muscoli non mi supportano pienamente. Al 33° Km, un errore in corrispondenza dello spugnaggio esita in un capitombolo da cui per fortuna mi rialzo senza conseguenze fisiche, che però contribuisce ad abbassare un po' il morale. Dal 35° Km l'andatura scende intorno a 4'30/km. Al 38° km c'è da affrontare una rampa di 50m che conduce sulle mura, dove ci attende un ultimo giro della città. Da qui l'andatura si attesta a 4'45/km. Mi raggiungono i pacemaker delle 3h, su cui avevo accumulato 30-40m di vantaggio, i quali cercano di spronarmi ad attaccarmi a loro. Sono rimasti da soli e sono anche un po' in vantaggio sulle 3 ore, per cui percorrono almeno 500m alla mia andatura pur di non farmi mollare, ma quando hai rallentato di 30''/km è quasi impossibile riprendersi. Li invito ad andare e comincio a ragionare sul fatto che mancano 4 km e perdere 2 min non sarà un dramma, l'importante è non cedere ulteriormente.
E' così che affronto quell'ultimo giro delle mura: dello scenario spettacolare che ci circonda ricordo solo un insieme indistinto di suoni, il nastro al centro della strada e qualche frase d'incoraggiamento “dai che è finita!”. Il traguardo è una liberazione, ma ci arrivo ugualmente a braccia alzate, forse non proprio felice, ma sicuramente soddisfatto di aver ottenuto comunque un buon risultato, di aver saputo gestire le difficoltà e fiero di aver portato a termine la prima maratona Rincorro!











Dopo l'arrivo questo signore ha voluto una foto con la coppa che ho vinto... sarà un appassionato del settore... :)


Ma ecco il nostro podio al completo...




P.S. Pensavo non sarei voluto più tornare sulle mura, invece la mattina dopo mi sono concesso un giro turistico (camminando!) e questa foto...


Dove la prossima?...

2 commenti:

  1. BELLISSIMO FEDEEEEE! Come al solito doppia lacrimuccia: all'arrivo ed alla lettura del racconto. Bravo 3 volte: per il risultato, per il racconto e per le foto :-)

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  2. E' stata una bella esperienza con tanti spunti di riflessione e mi faceva piacere raccontarla. Ovviamente, per chi non avesse capito, la coppa non è la mia!

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